Antonio de Ferraris: “IL GALATEO”

Antonio de Ferrariis nacque a Galatone (Lecce) alla metà del sec. XV, molto probabilmente nel 1444. Rimasto orfano di padre, ricevette i primi fondamenti del sapere dai basiliani di Galatone e successivamente completò gli studi umanistici presso il ginnasio di Nardò, uno dei centri di cultura più importante del periodo. Il “Galateo” studiò con passione la letteratura greca e latina, la filosofia antica, la geografia e la medicina. Intorno al 1465 si recò a Napoli per dedicarsi all’approfondimento degli studi umanistici e si applicò nell’arte medica. Esponente di una cultura meridionale di grande valore legata all’Accademia napoletana, il Galateo fu un esempio di poliedricità: medico, letterato e filosofo dell’Umanesimo. Approfondì con molto interesse il pensiero aristotelico, ma conobbe anche il pensiero di Platone, Euclide, Teofrasto, Temistio e degli arabi Averroè e Avicenna. Ribatté ai vari filosofi medievali che avevano “alterato” e “snaturato” la filosofia greca. Le sue radici lo fecero occupare spesso della vita e dei costumi salentini, ma d’altro canto egli non tradì la profonda aspirazione verso una vita riflessiva espressa soprattutto nel De dignitate disciplinarum. Antonio de Ferrariis,inoltre,riuscì a illustrare attraverso vari particolari di natura reale e geografica la storia della sua terra e a descrivere intensamente la cittadina di Gallipoli nel De situ Iapygiae e nella Callipolis descriptio.
Mentre si trovava a Bari, nel 1503,ebbe notizia di Bona Sforza (vedova di Gian Galeazzo Sforza e futura regina di Polonia) e ne narrò per primo la storia nel suo De pugna tredecim equitum.
Morì a Lecce, dove è sepolto, il 12 Novembre 1517.